Rotary Club Firenze: a spasso nella Storia della Città e dei suoi Ponti

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Il Rotary vuol dire far “service above self”, a livello globale per affrontare sfide sovrannazionali (ad esempio Polio Plus per l’eradicazione della Polio nel mondo), ma anche a livello locale per mantenere e potenziare il rapporto con il territorio in cui vivono ed operano i soci.

In questa logica si colloca il progetto sui ponti di Firenze. Il fiume è una realtà importante in una città, lo è stato ancor di più nei secoli passati in cui esso rappresentava una ricchezza ma anche un elemento naturale talvolta ostile e comunque con cui si doveva convivere con attenzione e cautela.

La conoscenza delle nostre origini è importante perché, come diceva qualcuno, è importante guardare indietro per andare avanti. In questa logica è nata l’idea di ricostruire un po’ di storia dei ponti più significativi della città, fra quali uno è poi diventato il simbolo stesso della città.

Ma queste notizie storiche, già custodite in eruditi trattati sulla storia cittadina, dovevano essere portate in modo semplice e conciso alla fruizione di tutti: cittadina e turisti.

In questo, le moderne tecnologie di comunicazione possono dare un contributo importante, così l’idea iniziale si è sviluppata in un continuo interscambio con l’amministrazione Comunale, al fine di individuare e rispettare sensibilità anche diverse integrando il progetto con le strategie di comunicazione del Comune.

La proposta di realizzare una stele su ciascuno dei 4 ponti più antichi di Firenze si è sviluppata con l’intento di legare una struttura tradizionale, quale lo stelo con una breve sintesi della storia del ponte, con uno strumento comunicativo fruibile e più consono alle nuove generazioni: il QRCODE, attraverso il quale è possibile approfondire la storia del ponte in lingua Italiana ed Inglese, ma anche ascoltarne direttamente la lettura, in modo da aprirsi alla più ampia comunità di spettatori.

Qui di seguito la breve sintesi, per ciascun ponte, che compare sulle steli ed il racconto più articolato ed ampio da voci recitanti

Il Ponte Vecchio

Sorge in corrispondenza del ponte romano dell’antica Florentia. Nel corso dei secoli fu più volte ricostruito, anche a causa delle numerose piene dell’Arno; il ponte realizzato nel 1345, forse su progetto di Taddeo Gaddi, è sostanzialmente quello che ammiriamo tuttora.

Nel 1593 le celebri botteghe degli orefici sostituirono quelle dei macellai e dei pescivendoli.

Al di sopra passa il Corridoio Vasariano (il collegamento aereo fra Palazzo Vecchio/Uffizi e Palazzo Pitti) voluto da Cosimo I de’ Medici, opera di Giorgio Vasari.  Al centro si trovano il monumento a Benvenuto Cellini e i resti di una meridiana del XIV secolo. Nel 1944, durante la ritirata nazista fu l’unico dei ponti fiorentini a rimanere in piedi. Sopravvisse anche alla terribile alluvione del 1966.

English Version

It stands where a Roman bridge of ancient Florentia once stood. Over the centuries it was rebuilt many times, also because of the Arno’s numerous floods.

The bridge built in 1345, probably according to Taddeo Gaddi’s project, is basically the same as the one admired today. In 1593 its famous jewelry shops replaced those of the butchers and fishmongers.

The Vasari Corridor – the covered overhead passageway connecting Palazzo Vecchio/Uffizi with the Pitti Palace – passes over the bridge. Cosimo I de’ Medici commissioned Giorgio Vasari to build this Corridor.

A monument dedicated to Benvenuto Cellini and the remains of a XIV century sundial are found in the middle of the bridge. It was the only Florentine bridge that was not destroyed in 1944 during the Nazi retreat.

It was also able to withstand the terrible flood of 1966.

Ponte alla Carraia

Il ponte originario fu il secondo attraversamento sull’Arno ad essere realizzato dopo Ponte Vecchio; da qui l’appellativo “ponte nuovo”. Conosciuto anche come “Ponte alle Carra”, fu edificato per volere dei padri Umiliati d’Ognissanti, importanti imprenditori nel settore laniero, e serviva a dirottare il traffico dei carri, appunto, in questa zona della città.

Nel corso dei secoli fu ricostruito più volte a seguito delle numerose piene dell’Arno, ma anche, nel 1304, quando crollò per il peso eccessivo della folla che assisteva ad uno spettacolo sul fiume. Il ponte fatto ricostruire da Cosimo I de’ Medici resistette per circa quattro secoli, in quanto fu distrutto – come gli altri ad eccezione del Ponte Vecchio – nel 1944 durante la ritirata nazista. L’attuale versione risale al 1951.

English Version

It was the second bridge to be built on the Arno after the Ponte Vecchio (“Old Bridge”) and was therefore called “Ponte Nuovo” (“New Bridge”). Also known as “Ponte alle Carra,” it was commissioned by the friars of the order of the Umiliati d’Ognissanti, important entrepreneurs in the wool trade. Its purpose was to divert the traffic of the “carri,” that is, “wagons,” to this part of the city.

Over the centuries it was rebuilt many times after the Arno’s numerous floods, but also in 1304, when it gave way under the excessive weight of the crowd that had gathered to watch a theatrical performance on the river. The bridge that Cosimo I de’ Medici had rebuilt lasted for about four centuries, since it was destroyed, like all the other bridges except the Ponte Vecchio, in 1944 during the Nazi retreat. The current version of the bridge dates back to 1951.

Ponte alle grazie

Fu il terzo ponte ad essere costruito, dopo Ponte Vecchio e Ponte alla Carraia. Il primo appellativo fu “Ponte Rubaconte”, dal nome del Podestà all’epoca della sua prima edificazione (1237). L’attuale nome deriva dalla presenza, dal XIV secolo, di una cappella contenente una venerata immagine di “Santa Maria delle Grazie”;
fra i numerosi edifici religiosi che lo caratterizzavano vi era anche quello delle monache di clausura
“Le Murate”, trasferitesi poi in via Ghibellina.

Nell’Ottocento da una delle sue botteghe era possibile raggiungere il fiume per servirsi dei “bagni pubblici”,
veri e propri stabilimenti balneari dell’epoca. Nel 1944 il ponte – come tutti gli altri, ad eccezione di Ponte Vecchio – fu distrutto nel corso della ritirata nazista. L’attuale ponte è stato inaugurato nel 1957.

English Version

It was the third bridge built after the Ponte Vecchio and the Ponte alla Carraia. It was initially called “Ponte Rubaconte”, after the name of the Podestà at the time it was first built (1237). It acquired its current name
in the XIV century from a chapel on the bridge that had a venerated image of “Santa Maria delle Grazie”.
Among the numerous religious structures that once characterized this bridge there was also that of the cloistered nuns “Le Murate” (“The Walled Up Ones”), who later moved to via Ghibellina. In the nineteenth century, from one of the shops on the bridge it was possible to reach the river to use the “public baths,” considered real bathing establishments  at that time. This bridge, like all the others except the Ponte Vecchio, was destroyed in 1944 by the retreating Nazis. The present-day bridge was inaugurated in 1957.

Ponte Santa Trinita

Il ponte originario fu costruito nel 1252, e prese il nome dall’omonima, vicinissima chiesa. Anche questo, come tutti i ponti storici di Firenze, è stato più volte riedificato a seguito delle numerose piene dell’Arno; dopo quella terribile del 1557, Cosimo I de’ Medici ne commissionò la ricostruzione a Bartolomeo Ammannati, il quale si ispirò forse ad un’idea di Michelangelo Buonarroti.

Realizzato in pietra forte, decorato da epigrafi commemorative, era considerato il più elegante, degno dei cortei granducali che vi transitavano. Le statue alle due estremità sono opera di Giovanni Caccini (Autunno e Estate), Taddeo Landini (Inverno), Pietro Francavilla (Primavera). Distrutto dai Tedeschi nel corso della II Guerra Mondiale, fu ricostruito esattamente “com’era e dov’era” nel 1958.

English Version

The first bridge was built in 1252 and named after the Church of Santa Trinita nearby. Like all the historical bridges of Florence, it was rebuilt many times after the Arno’s numerous floods. Following the terrible flood of 1557, Cosimo I de’ Medici commissioned Bartolomeo Ammannati to undertake the construction of a new bridge, whose project might have been inspired by an idea of Michelangelo Buonarroti.

Entirely covered with sandstone and decorated with commemorative epigraphs, it was considered the most elegant of the bridges, whose magnificence was worthy of the daily passages of the Grand Duke and his court. The statues at both ends of the bridge are of Giovanni Caccini (Autumn and Summer), Taddeo Landini (Winter), Pietro Francavilla (Spring). Destroyed by the Germans during World War II, it was rebuilt in 1958 exactly “com’era e dove’era” (“how it was and where it was”).