Evoluzione del Potere aereo - Presentazione del Gen. B.A. Vincenzo Nuzzo

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Quei temerari sulle loro “macchine volanti” : Firenze vola. Fino dai primi anni del novecento Firenze si apriva con ambizione alle nuove “macchine volanti” per le quali D’Annunzio aveva coniato il vocabolo “velivolo”, divenuto in seguito aeroplano, accogliendo sul vasto terreno del Campo di Marte (lato ferrovia, tra la piscina Costoli e lo stadio Militare) il primo raduno aereo dal 27 marzo al 7 aprile 1910 con piloti ed aerei che arrivavano dal Belgio ( ed il suo pilota si innalzò per ben 7 minuti), dalla Francia e dall’Italia con il pilota Mario Cobianchi. A quell’epoca a Firenze , una delle poche città ad avere un campo d’aviazione ben attrezzato, le manifestazioni aviatorie si ripeterono con una certa freguenza fino agli anni trenta quando fu il pilota fiorentino Vasco Magrini ad entusiasmare le folle con le sue audaci acrobazie passando addirittura con il suo piccolo aereo sotto i ponti cittadini, sfiorando l’acqua dell’Arno. E fu ancora lui a pilotare nel dicembre del 1923, la cosiddetta “Botte Volante”,  il primo apparecchio a reazione inventato dal friulano Antonio Mattioni. Molti sono stati i pionieri dell’aviazione italiana ma un ruolo da protagonista lo ha ricoperto Italo Balbo. Esperto e coraggioso pilota organizzò, con l’aviazione militare, molte imprese aeree a carattere spettacolare e propagandistico: nel 1928 una crociera nel Mediterraneo con 61 idrovolanti in perfetta formazione di volo, nel 1930 il primo Giro Aereo d’Italia, nel 1931 effettuava la prima trasvolata dell’Atlantico meridionale con 12 idroplani da Orbetello a Rio de Janeiro, tanto da definire l’impresa: “magnifica gesta d’uomini, di ali, di motori italiani“. Queste eccezionali imprese lo resero l’aviatore più famoso del mondo e favorirono la decisione del regime fascista di creare a Firenze, unica in Italia, l’Accademia Aeronautica Militare, che assunse in seguito la donominazione di Scuola di Guerra Aerea. Luigi - Il Potere Aereo, in quanto strettamente connesso con l’innovazione tecnologica, è in continua evoluzione e la conoscenza dei suoi i trend di sviluppo consente di predirne gli scenari futuri. Le prime teorie sul Potere Aereo comparvero più o meno in concomitanza con l’introduzione del mezzo aereo e il Gen. Douhet fu il primo a raccogliere in un discorso organico le varie nozioni che circolavano sull’argomento, fortemente convinto dell’utilità di comprendere come la guerra si sarebbe svolta in futuro, piuttosto che conoscere come si faceva in passato. L’inizio dell’evoluzione del Potere Aereo si può far risalire al primo volo a motore della Storia, quello dei fratelli Wright che ebbe luogo a Kitty Hawk, North Carolina, il 17 dicembre 1903. Nell’occasione, Orville Wright percorse 36 metri in 12 secondi a bordo del Flyer. Successivamente, a partire dal 15 Aprile 1909, sul primo campo di aviazione italiano di Centocelle, Wilburn Wright condusse i primi voli dimostrativi, della durata di alcuni minuti, nei quali furono impartite le prime lezioni di volo al Tenente di Vascello della Regia Marina Mario Calderara, che conseguì il brevetto di pilota italiano n.1. Il primo bombardamento aereo della storia fu eseguito dal Ten. Giulio Gavotti su velivolo Etrich TAUBE, di fabbricazione tedesca, dal quale lanciò a mano 4 granate del peso di circa 1,5 kg ciascuna su un accampamento turco ad Ain Zara e sull’oasi di Tagiura nei pressi di Tripoli. Nella Prima Guerra Mondiale le forze aeree fornirono il loro contributo con missioni di ricognizione e bombardamento in supporto alle forze di terra e iniziarono i primi duelli aerei della Caccia nei quali si distinse, tra gli altri, il Magg. Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana, al quale vennero attribuite 34 vittorie, prima di cadere con il suo Spad S.VII nella 2^ Battaglia del Piave, o Battaglia del Solstizio, il 19 giugno 1918. Sempre nel corso della Prima Guerra Mondiale, il Magg. Gabriele D’Annunzio, Comandante della 87^ Sq. San Marco (La Serenissima), a capo di una formazione di 8 Ansaldo SVA, condusse il Volo su Vienna, attività a carattere politico dimostrativo, dove in luogo delle bombe furono lanciati sulla capitale austriaca numerosi volantini che miravano ad un condizionamento psicologico dell’opinione pubblica. Fino alla 1^ Guerra Mondiale il Potere Aereo fu, quindi, concepito e impiegato nella dimensione tattica, come forza ausiliaria in appoggio all’Esercito e alla Marina. Fu il Generale Douhet il primo a comprendere la valenza strategica del Potere Aereo e a teorizzarne, nell’opera “Il Dominio dell’Aria” pubblicata nel 1921, un impiego strutturato attraverso il bombardamento massiccio di centri di gravità del nemico (aeroporti, nodi ferroviari e stradali, basi navali, porti mercantili e centri abitati più sensibili). Ciò al fine di giungere rapidamente alla vittoria mediante il solo impiego strategico del Potere Aereo attraverso una forza aerea adeguata e indipendente. Due anni dopo, il 28 marzo 1923, in linea con quanto ipotizzato dal Generale Douhet, fu istituita in Italia la Regia Aeronautica come Forza Armata indipendente che, con la nascita della Repubblica Italiana nel 1946, divenne poi Aeronautica Militare. Le teorie sul bombardamento strategico furono applicate nelle campagne aeree della 2^ Guerra Mondiale ma non sempre esse raggiunsero i risultati attesi, anche a causa della mancanza di un piano e di un sistema di comando e controllo centralizzato con il quale condurre la campagna aerea secondo priorità e obiettivi ben definiti. Solo in Giappone, dopo Hiroshima e Nagasaki, si riuscì a spezzare le resistenze materiali e morali dell’avversario, come preannunciato dal Generale Douhet. Giungendo ad un passato più prossimo, la guerra del Vietnam (1955 - 1975), dal punto di vista militare, può essere considerato un vero e proprio fallimento: l’utilizzo del Potere Aereo fu ristretto inizialmente al livello tattico, seguendo il principio dell’escalation, gli sforzi bellici vennero diluiti nel tempo e non furono finalizzati al raggiungimento di uno scopo chiaro, le campagne aeree di USAF, Navy e Marines si dimostrarono scoordinate e inefficaci, anche per la mancanza di una pianificazione degli obiettivi chiara, univoca e coerente. Solo sul finire del conflitto, quando si decise per una campagna aerea strategica mediante l’impiego dei B-52 (Operazione Linebacker II), il Governo del Vietnam del Nord si convinse a sedere al tavolo delle trattative. Facendo tesoro dell’esperienza del Vietnam, nel 1988 il Colonnello John Warden afferma con forza il ruolo del Potere Aereo in campo strategico e crea una vera e propria dottrina sulla pianificazione ed esecuzione di una campagna aerea strategica (The Air Campaign: Planning for Combat). Fu proprio la dottrina del Colonnello Warden ad ispirare nel 1991 la campagna aerea della Prima Guerra del Golfo, intensa e devastante fin dall’inizio, con un impiego efficace di munizionamento guidato di precisione, utilizzando un sistema di Comando e Controllo unico e coordinato di tutte le componenti aeree (Joint Force Air Component Command – JFACC). Il risultato di questa evoluzione della Dottrina di Impiego del Potere Aereo, unitamente a quella della tecnologia, proprio come sosteneva il Generale Douhet, consentì il contenimento della durata del conflitto: nello specifico, l’esercito iracheno fu distrutto nel corso della campagna aerea e l’operazione terrestre alleata durò solo 100 ore. Nel giugno 1999, nell’Operazione “Allied Force”, l’offensiva aerea della NATO contro la Serbia fu il primo esempio nella storia di conflitto condotto e risolto mediante l’impiego esclusivo del Potere Aereo. Essa infatti, consistette in una massiccia campagna di bombardamenti aerei a carattere strategico che consentirono di limitare al massimo le perdite di vite umane. Ulteriore esempio in cui il Potere Aereo è stato determinante nel raggiungere l’end state desiderato è il recente conflitto in Libia (Operazione Unified Protector, Marzo – Ottobre 2011), condotto nell’ambito della risoluzione ONU 1973 del Consiglio di Sicurezza che imponeva un “immediato cessate il fuoco”, autorizzava la comunità internazionale ad istituire una ‘no-fly zone’ e a utilizzare tutti i mezzi necessari per proteggere i civili. L’evoluzione futura del Potere Aereo, come sosteneva il Generale Douhet, non potrà prescindere dall’evoluzione tecnologica per precedere le trasformazioni delle forme della guerra e non adattarsi ad esse.