Le eccellenze fiorentine nel mondo. L’artigianato del cuoio raccontato da Micaela Ledivelec

Immagine Principale Evento
“La Fiorentinità è un valore e su questo non possono né devono essere fatti compromessi. I grandi gruppi hanno dalla loro la dimensione e spesso organizzazioni anglosassoni, ma sono convinta che la creatività e la capacità di adattamento che una realtà italiana è in grado di esprimere possa fare la differenza. Nonostante l’evoluzione della tecnologia non credo che il contatto umano perderà il valore nel settore del lusso. Al contrario ritengo che si dovrà fare la differenza in termini di esperienza offerta al cliente.” Micaela Le Divelec Lemmi , CEO di Salvatore Ferragamo, ha un approccio “glocal” nel parlare di una delle realtà più importanti della moda italiana nel mondo, proiettato verso il mondo globale ma ancorato nella radice e nella tradizione del luogo: “pensare globale e restare locale”. Nella conviviale, organizzata congiuntamente con il Rotary Club Fiesole, gremitissima di Soci, ci ha parlato di “Firenze fra arte e artigianato”. Tutti i fiorentini sono consapevoli dell’importanza dell’artigianato del cuoio, ma forse non tutti ricordano che la storia del distretto della pelle fiorentino, risale al 1282, quando nacque l’arte dei Cuoiai o «Galigai». Si insediò nelle adiacenze di Ponte Vecchio, dove era diffuso mettere le pelli a bagno nel letto del fiume Arno, attività poi spostata in Piazza Santa Croce. In questo contesto storico e culturale, dopo la Seconda Guerra Mondiale, prese il via l’Università dei Maestri del Cuoiame, grazie alla quale Firenze è diventata un punto di riferimento per tutto il mondo. Non è quindi un caso che le Aziende di Moda, all’inizio del ventesimo secolo, abbiano scelto di collocare la loro sede a Firenze. Il distretto Fiorentino oggi conta 4.761 imprese di settore e circa 15mila addetti e rappresenta il polo mondiale del lusso pellettiero, dove le manifatture più qualificate confezionano borse, piccola pelletteria, valigie e calzature. E la storia di Salvatore Ferragamo, che sul finire degli anni ’30, passeggiando in una dolce notte estiva, ammirando la nostra splendida città ricca di arte e di storia prese la decisione di cominciare da qui la sua avventura per divenire poi Il “Calzolaio dei Sogni”, ci affascina sempre. (da La Campana gennaio 2020, n.3)