Soprannominato l’Indiana Jones dei quasicristalli, Luca Bindi, professore di mineralogia dell’Università di Firenze, ha trovato il secondo quasicristallo esistente in natura, in una forma ritenuta impossibile, nell’area “perduta” dello stesso meteorite in cui era stato trovato il primo.
La storia dei quasi cristalli naturali è di recente scoperta e allo stesso tempo affascinante. E, Luca Bindi, è uno dei protagonisti di questa scoperta.
Dopo avere individuato il primo quasicristallo naturale, e averne identificato l’origine extraterrestre, Bindi e colleghi internazionali hanno annunciato la scoperta del secondo quasicristallo esistente in natura, dotato di una composizione chimica fino a oggi ritenuta impossibile.
L'esistenza dei quasicristalli fu scoperta da Daniel Shechtman nel 1982, nel corso di una ricerca per la quale è stato insignito del Premio Nobel per la Chimica nel 2011. Finora, tuttavia i quasi cristalli erano stati individuati solamente in materiali sintetici ottenuti attraverso processi di fusione altamente controllata di componenti in presenti in rapporti estremamente precisi. La ricerca di esempi di queste strutture che fossero di origine naturale, intrapresa da una decina di anni, era invece rimasta frustrata. Un grano di stishovite (Copyright National Academy of Sciences)I ricercatori hanno individuato i quasicristalli in un campione di roccia rinvenuto nel 1979 sui monti Koryak, nella regione autonoma di Chukotka, nella Russia estremo-orientale, attualmente conservato presso il Museo di storia naturale dell'Università degli Studi di Firenze.
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