Commemorazione dei soci rotariani alla “ Badia “

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Per la commemorazione dei defunti, quest’anno è stato scelto l’edificio religioso a due passi da piazza della Signoria, piazza San Firenze e… dalla nostra sede di Palazzo Borghese: la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e Santo Stefano Protomartire.

Ma non esiste questa Chiesa a Firenze…,  hanno risposto i nostri soci meravigliandosi della scelta per tale ricorrenza.

Il mistero è svelato, noi fiorentini la conosciamo come la Badia, la Badia fiorentina.

E’ una Chiesa da “intenditori”, basta fermarsi dieci minuti a vedere chi entra a visitarla, massimo due - tre turisti, nessuna colonna dietro all’ombrellino della guida.

Anche noi, entrando, siamo stati colpiti dalla pianta a croce greca, il soffitto ligneo a cassettoni, il coro con gli affreschi di Domenico Ferretti ed una serie di piccole cappelle occupate da due sepolcreti: il monumento funebre di Giannozzo Pandolfini, opera del Rossellino e quello di Bernardo Giugni, dove il protagonista fu lo scalpello di Mino da Fiesole

Della sua nascita nel 978, eretta per i monaci Benedettini dalla madre di Ugo marchese di Toscana, rimane poco; il soffitto splendido è barocco e tutto l’insieme è incerto tra uno stile e l’altro ma l’insieme è comunque suggestivo.

La costruzione a navata unica in stile romanico venne modificata a partire dal 1285 su progetto dell’architetto più conteso dell’epoca: quell’Arnolfo di Cambio protagonista di quasi tutte le costruzioni del perimetro Duomo, piazza della Signoria.

Il bel Chiostro della Badia Fiorentina, detto anche Chiostro degli Aranci, fu affrescato intorno tra il 1200 e il 1300. Gli affreschi all'interno sono attribuiti a Giovanni di Consalvo e all'anonimo Maestro degli Aranci, da cui il nome di Chiostro degli Aranci. La struttura architettonica risale invece al XV secolo ed è attribuita a un disegno di Bernardo Rossellino. Risalgono infatti al 1432 i lavori per il grande chiostro degli Aranci, realizzato dal Rossellino e affrescato da Giovanni di Consalvo con la storia di San Benedetto, padre dell’ordine dei Benedettini, i religiosi che occupavano l’edificio sin dalla sua nascita.