Il Clima cambia, ma è tutta colpa dell’Uomo?

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Ernesto Pedrocchi,  dopo la laurea in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano (1961), ha lavorato per 10 anni al CISE nella progettazione termofluidodinamica dei reattori nucleari, poi  ha coperto la carica di professore ordinario,  di “Fisica Tecnica” prima e di “Energetica” dopo, presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano.

E’ stato promotore a livello nazionale della laurea in Ingegneria Energetica.

Nel 2010 gli è stato conferito il titolo di Professore Emerito e nel 2014 quello di Socio Onorario dell’Associazione della Fisica Tecnica Italiana.

E’ autore di più di 150 tra libri e pubblicazioni scientifiche.

 

Per Ernesto Pedrocchi, professore emerito del Politecnico di Milano,  si è voluto usare la paura del cambiamento climatico, enfatizzato come causa dominante di quasi tutti i problemi del mondo, che  quindi colpisce molto la sensibilità degli uomini, per  un fine socio-politico, ma potrebbe risultare una leva sbagliata

Il clima locale influenza fortemente la pubblica opinione, che tende a generalizzarlo  a clima globale, spesso dimenticando che più del 70% della superficie della Terra è coperto dai mari e del restante 30% solo una modesta frazione, minore del 10%, è significativamente antropizzato (quindi la frazione della superficie della Terra antropizzata è dell’ordine del 3%).

Inserendo nell’accordo di Parigi (2015) una serie di argomenti vari non legati al cambiamento climatico, ha dato lo spunto a una ristretta  élite di politici  e burocrati, di cercare di avviare una governance mondiale per imporre linee guida sovranazionali che promuovano il bene dell’umanità.

Un governo mondiale è molto difficile, ma potrebbe essere auspicabile per risolvere i grandi problemi che affliggono l’umanità:

- le guerre tribali e religiose,

- le malattie (malaria, tubercolosi e aids), la non disponibilità di  vaccini,

- la mancanza di istruzione,

- la malnutrizione nei paesi poveri.

In estrema sintesi la riduzione della differenza tra paesi ricchi e paesi poveri e questi, non dipendono dal clima.