L'ABATE DI SAN MINIATO E IL ROTARY FIRENZE PHF ALLA SANTISSIMA ANNUNZIATA

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Una serata all’insegna dell’arte, della storia e della convivialità. Così si potrebbe riassumere l’evento organizzato con maestria dal Presidente Simone Ferri Graziani e dal Consiglio Direttivo del Rotary Club Firenze PHF.
Un incontro che ha saputo intrecciare cultura e spiritualità in un contesto suggestivo, regalando ai partecipanti un’esperienza
unica nel cuore della città.
Dalle 19:30 alle 20:00 del 27 Gennaio, grazie alla guida illuminante di Padre Alessandro Maria Greco, attuale priore della Basilica della Santissima
Annunziata, gli ospiti hanno potuto ammirare le meraviglie artistiche del luogo. Il percorso ha condotto alla scoperta della tradizione devozionale degli ex voto, e della storia dell’Ordine dei Servi di Maria, che proprio qui ha la sua casa madre.
A seguire, la cena si è svolta in un ambiente d’eccezione: il Refettorio della Basilica, l’unico locale a Firenze che ha sempre mantenuto la sua funzione originaria di spazio conviviale per i frati. Un luogo dove la storia si è stratificata nei secoli senza mai interrompere il filo della tradizione.

Qui, tra numerose opere di grande splendore, campeggia un affresco di grande valore artistico e simbolico: Cena in casa di Simone il fariseo, un’opera di dimensioni imponenti che raffigura l’episodio evangelico in cui una peccatrice unge i piedi di Gesù durante un banchetto. Una corrispondenza perfetta tra arte e funzione dello spazio, che amplifica il senso di continuità storica.

Il cuore riflessivo della serata è stato il discorso dell’Abate di San Miniato, Padre Bernardo Gianni, che ha offerto un’intensa meditazione sulla memoria e sul tempo. Prendendo spunto da una poesia di Borges, ha messo in luce la necessità di contrastare quella che l’antropologo Marc Augé ha definito la “dittatura dell’incerto presente”. Un presente che non nasce più da un’evoluzione del passato e che, al tempo stesso, impedisce di immaginare un futuro. Secondo l’Abate, la Liturgia si pone come antidoto a questa perdita di memoria, celebrando il mistero della storia della salvezza e aprendo alla speranza nella Seconda Venuta di Cristo. In questo senso, il pensiero del teologo Dietrich Bonhoeffer risuona attuale e incisivo: “La perdita della memoria non è forse il motivo dello sfaldarsi di tutti i vincoli, dell’amore, del matrimonio, dell’amicizia, della fedeltà? Niente resta, niente si radica. Tutto è a breve termine, tutto ha breve respiro. Ma beni come la giustizia, la verità, la bellezza e in generale tutte le grandi realizzazioni richiedono tempo, stabilità, memoria, altrimenti degenerano”.
La riflessione sulla memoria, che di certo in questo giorno del 27 di gennaio assume anche venature cupe e impone gravi responsabilità in quest’era di incertezza, ha trovato un’eco significativa nella celebrazione di un doppio anniversario: il ritorno dei monaci a San Miniato dopo secoli di occupazioni dell’abbazia, e la fondazione del Rotary Club Firenze PHF nel 1925. Un parallelismo che sottolinea il valore della continuità e della fedeltà alla storia.
A suggellare questo momento, il Presidente Ferri Graziani ha presentato un gagliardetto commemorativo con l’elenco di tutti i presidenti del club, testimoniando il legame indissolubile tra passato e futuro. 
Una serata che ha saputo celebrare la bellezza, la tradizione e il valore della memoria, lasciando nei partecipanti il senso profondo di un’eredità da custodire e tramandare.